I love shopping
Rebecca “Becky” Bloomwood è una giovane giornalista che lavora per un mensile di economia chiamato “Far fortuna risparmiando”. Peccato che Becky con i soldi tutto fa, tranne che risparmiare, condizionata da un problema molto pericoloso: lo shopping compulsivo. Lei è consapevole del suo piccolo difetto e ce la mette tutta per poter evitare di comprare qualsiasi oggetto le capiti a tiro, ma purtroppo peggiora sempre di più la sua situazione, economica e amorosa. Arrivata a un punto di non ritorno, lasciata dall’amore della sua vita e seguita passo passo dai creditori delle banche, è costretta a rivendere tutto ciò in suo possesso per riuscire ad arginare il debito accumulato e provare a riconquistare l’uomo dei suoi sogni.
La sua favolosa sciarpa verde, che la consacra come regina assoluta della rubrica mensile che tiene per il giornale (La ragazza con la sciarpa verde), in cui dà consigli su come risparmiare senza mai tralasciare le mode e le tendenze del momento, sarà proprio l’ultimo capo che è costretta a vendere, ricavando ben 400 dollari, giusto il denaro necessario per estinguere il debito.La sciarpa verde è il simbolo della frivolezza, dello sperpero e del lusso che condanna la ragazza a una vita di problemi; lo spreco di denaro è ora una questione che interessa molte persone, visto sempre come un danno per la società in cui viviamo, ma nei secoli precedenti tutto ciò che ora noi consideriamo “sperpero” o “spreco” era allora visto come esaltazione della nobiltà di un individuo.
Una dimostrazione molto interessante di questo, è il cofanetto in metallo dorato e corallo, presente in Palazzo Langosco, proveniente dalla collezione dell’ Ospedale Maggiore di Vercelli acquistata da Camillo Leone nel 1889. Databile alla prima metà del XVIII secolo, questo cofanetto risalta per bellezza e manifattura, ma soprattutto per l’utilizzo dei materiali, tra cui metallo dorato finemente lavorato, corallo rosso del Mediterraneo e seta ricamata a girali d’acanto per il rivestimento interno. Tutti questi accorgimenti follemente costosi, già all’epoca decretavano che il possessore vivesse nel lusso più sfrenato tanto da potersi permettere di avere un oggetto simile e poi lasciarlo in dono all’ Ospedale Maggiore.
Elemento cardine dell’idea di ricchezza e lusso, è il corallo rosso. Fin dall’antichità l’uomo è attratto da questo tipo di materiale. Ovidio nelle “Metamorfosi” racconta il mito della sua nascita. Perseo, dopo aver tagliato la testa di Medusa, la adagia su dei ramoscelli acquatici che ne assorbono il sangue e a contatto si induriscono. Usato come elemento decorativo di opere artistiche trionfa in tutte le sue manifestazioni: sia sotto forma di minuti pezzettini lavorati a virgola, petalo, baccello, mezzaluna; sia come ornamento a foggia di rosellina e putto verso la fine dell’Ottocento.
Ad accrescere il suo valore, hanno inoltre contribuito la sua rarità e la ricercatezza della professionalità non semplice da acquisire. Dal XVI al XIX secolo sarà la manifattura trapanese a detenere il primato sulla lavorazione del corallo rosso, di cui il nostro cofanetto ne è un esempio.
La domanda sorge spontanea: Becky Bloomwood l’avrebbe reputata un’esaltazione dello spreco o l’avrebbe comprato ugualmente nonostante il costo e i problemi economici che l’affliggono!?