Pezzi unici

Il bicchiere in oggetto venne rinvenuto nel 1878 a Palazzolo Vercellese, durante la realizzazione di lavori agricoli in Regione Binelle. Nel corso di scavi e sbancamenti vennero in luce numerose sepolture e vennero recuperati diversi materiali archeologici. Grazie all’intervento di don Giacinto Arditi, Prevosto di Palazzolo, alcuni manufatti vennero salvati ed inviati in dono al Municipio di Vercelli, ove trovarono collocazione all’interno della Vetrina dell’Archivio Civico, fino al 1913 quando il Consiglio Comunale deliberò di depositare i materiali archeologici al Museo Leone al fine di renderli accessibili al pubblico. I materiali vennero con tutta probabilità consegnati al museo nel maggio del 1915 e da allora si trovano qui esposti.

La decorazione, ottenuta per soffiatura entro stampo bi o tri-valve, si compone di un doppio registro, delimitato da costolature orizzontali rilevate; la fascia superiore, liscia, presenta 3 borchie alternate a 3 colonne, che in altezza si sviluppano su entrambi i registri. Le colonne sono scanalate e presentano una base e un capitello composto da due volute laterali e da una palmetta al centro. Sembrano collocate in modo da coprire le giunture dello stampo e renderle meno visibili. Al di sotto della fascia liscia, si trova un motivo a fitte baccellature verticali regolari. Nella parte troncoconica, il rilievo è costituito da un motivo a fitte losanghe regolari. Il fondo presenta 3 cerchi concentrici rilevati e un punto centrale.
Il bicchiere è anepigrafe, ma sembra collegato alla produzione di Ennione, per i motivi decorativi, che riprendono in modo abbastanza puntuale quelli che compaiono su alcuni esemplari firmati e datati verso la metà del I sec. d.C..
Tuttavia, mentre è indubbio che il maestro che ha realizzato l’oggetto conoscesse la produzione di Ennione, non si comprende la ragione per cui, se a realizzarlo fosse stata l’officina di Ennione stesso, non avrebbe dovuto inserire la firma, conferendo così all’oggetto il massimo prestigio.