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Fallo alato


Gli antichi romani utilizzavano spesso amuleti a forma fallica e oggi ne troviamo conservati  in tutti i musei archeologici del mondo. Quello con la superstizione per i romani era un rapporto costante e quotidiano poichè uno dei grandi spauracchi della Roma antica era il fascinus cioè il malocchio, un influsso malefico che si riteneva venisse trasmesso semplicemente con lo sguardo ed era il cosiddetto oculus malignus, “occhio maligno”.  Si pensava che esistessero persone capaci di lanciare malefici solo guardando una persona e talvolta questo potere poteva essere attribuito anche ad intere famiglie. Plinio nella Naturalis Historia (VII libro) scrive che “in Africa esistono […] famiglie in grado di lanciare il fascinus e che con le loro lodi riescono a uccidere gli armenti, seccare gli alberi, far morire i neonati. Isigono aggiunge che persone di questo genere […] sono capaci di lanciare il fascinus anche solo con lo sguardo e riescono a far morire coloro che fissano a lungo, soprattutto se lo fanno con occhi adirati”. Il fascinus infatti poteva avere molti effetti anche fatali: morti improvvise, malattie, raccolti poco abbondanti, morie di bestiame, incidenti alla propria abitazione, e poteva colpire tutti.

Per scampare al fascinus esistevano diversi gesti scaramantici o di scongiuro ma particolarmente diffusa era la convinzione che per distrarre uno sguardo maligno fosse efficace l’utilizzo di amuleti osceni o ridicoli e il più diffuso fra questi era proprio l’amuleto a forma fallica, ritenuto molto potente.

A volte le composizioni di questi amuleti potevano essere anche molto complesse e ai falli potevano essere aggiunte zampe e coda di leone (i cosiddetti “falli leonini”) o ali o zoccoli e più gli amuleti erano strani e bizzarri, più erano ritenuti potenti.

A volte gli amuleti fallici venivano inseriti in tintinnabula, cioè sonagli realizzati in bronzo, che venivano appesi alle porte di case e botteghe, solitamente composti da una figura principale e da una serie di campanelli, in maniera tale che il vento o l’apertura di una porta lo facessero suonare. Si pensava che il suono del tintinnabulum distraesse gli iettatori e allontanasse quindi il malocchio, un potere che cresceva se l’oggetto assumeva forme falliche.