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LA STELE BILINGUE


STELE BILINGUE (89-49 a.C)
Peso: più di 600 kg
Misure: h 142 cm, largh. 70 cm; spessore 22 cm
Litotipo: serpentinite dalla morena di Ivrea
Rinvenuta nel maggio del 1960 a Nord Est di Vercelli nell’alveo in secca della Sesia, a 350 m a Sud del ponte della ferrovia TO-MI ad una profondità di 2,50 m. Abbattuta dalla sua base a colpi di mazza, non si trovava più nel luogo originario.
L’atto che l’iscrizione conserva è celtico, nonostante il primo testo sia in latino. I destinatari del messaggio infatti erano i Romani che rischiavano di non intendere la funzione stessa della stele. Siamo di fronte ad una dichiarazione di appartenenza etnica, in una realtà urbana ancora agli esordi della comunità dei Libui, autori indiscussi della formulazione di partenza. Acisio, probabilmente prestigioso rappresentante dell’elite locale, in rapida ascesa nelle prime fasi della romanizzazione politica del Vercellese, trasforma la sua precedente carica in cognomen, mantenendo però come gentilizio il nome celtico suo o del padre. Inoltre dona una fascia (finem) di terreno, comune a dei e uomini, correttamente stabilita secondo il diritto al tempo stesso religioso e civile vigente alla sua epoca.